mercoledì 8 febbraio 2023

Fabrizio: l'uomo che sussurra alle Api Regine



 La storia di oggi è una storia speciale, che parla di una giacca e una cravatta appese al muro e dimenticate, di mani che hanno lasciato  interminabili scartoffie da riempire per iniziare a  maneggiare insetti delicati e preziosi, di orecchie che ora ascoltano il ronzio delle api , ma un tempo udivano deposizioni e leggi lette ad alta voce.

Nell’articolo di oggi conosciamo Fabrizio, un uomo che, con le sue parole, la sua conoscenza,  mi ha catturato per due ore, trasportandomi nel mondo misterioso delle Api, ma non quello solito che conoscevo, un mondo diverso e speciale che vi voglio far conoscere.

 

il resto dell'articolo lo potete leggere qui...

 

https://cinziadutto.com/2022/10/10/fabrizio-luomo-che-sussurra-alle-api-regine/?fbclid=IwAR1fY5MmPD2NA_JHNfOBABvRVd5FITyKjoMc3-GQsQxbHqpFPQZMGXHaivY

 

Riposta data in un commento facebook ad un amico collega che mi chiedeva cosa io intenda per F1 e f1 .

 


F1 e f1

Riposta data in un commento facebook ad un amico collega che mi chiedeva cosa io intenda per F1 e f1 .

 

Di seguito la mia risposta . 

Per F1 ( F maiuscola ) intendo quel che è ormai pacifico nella letteratura in materia . E cioè l'incrocio di sottospecie diverse al fine di potenziare al massimo l'eterosi . Gli esemplari F1 devono essere continuamente riprodotti partendo dalle sottospecie di base e non possono essere utilizzati per fini produttivi una volta esaurita la loro funzione . Sono i volgarmente detti ibridi commerciali . In apicoltura però alquanto difficili da ottenere . Un esempio di questi è la cd. CAUCASIT ( caucasica x ligustica ) . Per fare questo ibrido ci vorrebbe: regina caucasica certificata, regina ligustica certificata , area di fecondazione isolata CERTIFICATA.

 

Per f1 ( f minuscola ) invece intendo una regina , figlia di un riproduttore selezionato per linea ( e cioè i cui accoppiamenti sono stati controllati nelle ascendenze per parecchie generazioni ) che si feconda in un areale non controllato ( anche se magari "saturato" con fuchi di una determinata genealogia ) . E' un termine che credo non si rinvenga in altre branche della zootecnia ( dove il controllo degli accoppiamenti è molto più semplice ) , neppure sotto altra sigla , ma neanche in apicoltura , dove, molto spesso, avendo accettato palesi approssimazioni, non si è sentito il bisogno di una classificazione del fenomeno . Diciamo che credo di averlo coniato io. Questo per far fronte e incasellare una situazione con cui avevo a che fare e che , con gli strumenti che mi offriva la letteratura apistica, non riuscivo a disciplinare .

 

 

Fabrizio Fiorito 

Perchè la Buckfast NON è un ibrido commerciale

 



Sono stato introdotto al mondo del " fuori standard" in modo piuttosto brusco, essendo stato più volte messo in guardia dall'usare quelli che all'epoca ( e purtroppo per molti versi a tutt'oggi)  erano definiti  ibridi commerciali. Che mi avrebbero costretto a rinnovare continuamente il mio parco regine ma soprattutto ad acquistare all'estero le fattrici . Rapido deterioramento dei caratteri, serie problematiche sanitarie erano il prezzo da pagare per avere voluto produrre di più senza poi volere cambiare le regine . Ero giovane a livello apistico , " divoravo" ogni pubblicazione mi capitasse sotto mano . Questo era quello che mi diceva la carta stampata e le sedicenti autorità di settore. 

 

Eppure ero sempre insoddisfatto , sempre a cercare di ricomporre quello che leggevo entro un alveo di logicità . Mi sfuggiva qualcosa . 

 

Da sempre la famigerata " ape di Buckfast" veniva descritta come un ibrido commerciale , frutto di incroci fra razze pure . L'eterosi era la sua forza, con questa si poteva sperare in favolosi raccolti . 

 

Eterosi , appunto . Questa, secondo opinione pacifica, si ottiene incrociando individui di popolazioni geneticamente molto distanti fra loro . In apicoltura , quindi , l'incrocio di sottospecie diverse , almeno sulla carta ( occorrerebbe indagare la effettiva distanza genetica fra le sottospecie prese in considerazione )  , dovrebbe produrre i massimi effetti . In effetti , in altre branche della zootecnia , questa è pratica abbastanza diffusa. Anche in apicoltura sembrava dunque ci fossero esperti in questo campo, che sapientemente mischiavano sottospecie secondo formule più o meno segrete .   

 

Questa la tesi che circolava e che circola tutt'oggi . Che però presenta forzature e illogicità . 

Esempi di ibridi commerciali a 2 e 3 vie  da M. Lodesani - L'ape regina - allevamento e selezione pag 325
Esempi di ibridi commerciali a 2 e 3 vie da M. Lodesani - L'ape regina - allevamento e selezione pag 325

a) Difficoltà tecniche 

 

Nel nostro settore questo tutto è estremamente complicato, causa ben noto sistema di accoppiamento di questi insetti . Si poteva fare in passato , non senza qualche approssimazione credo già allora. Era fattibile cioè quando ci si trovava di fronte ad areali tutti di una unica e ben definita sottospecie . Quest'ultima veniva usata per l'accoppiamento finale . Per l'altro , nel caso di ibridi a 3 vie , ben si sarebbe potuto optare per la inseminazione .  Di qui l'opinione diffusa che questo tipo di ape si "nutrirebbe" ( distruggendone gli areali) delle sottospecie che sono necessarie alla sua costante rigenerazione.  Oggi , penso sia pacifico, l'accoppiamento determinate l'ibrido commerciale finito sarebbe possibile solo in stazioni isolate, stante il fatto che areali uniformi non sono più presenti o , giustamente , vengono tutelati e di conseguenza vietate immissioni alloctone . Abbiamo cioè quasi insuperabili difficoltà pratiche .  Non si riesce a capire quindi come sia possibile , per un apicoltore dedito alla produzione di miele che acquista un riproduttore " Buckfast", il controllo dell'ultimo accoppiamento , considerato che questo risulta essenziale per la formazione degli ibridi commerciali . 

 

In altre parole : stante l'estrema difficoltà a controllare gli accoppiamenti in apicoltura e la variegata composizione della maggior parte degli areali europei , come è possibile controllare ultimo passaggio della creazione dell'ibrido ? 

b) Perplessità a livello teorico e logico

 

I risultati poi di queste pratiche porterebbero a un aumento di vitalità della colonia e quindi un vantaggio sotto il profilo della produttività ( e qui si aprirebbe un discorso lungo e complesso ) ma nessuno per quel che concerne altri caratteri desiderabili , come la mansuetudine o la disaffezione alla sciamatura . Anzi, dalla tabella sopra riportata si evidenzia in molti casi un peggioramento , per esempio , del carattere docilità , con colonie sì produttive ma aggressive . 

 

Quello che invece risulta invece dalle evidenze fattuali è in primis che la api di Buckfast sono estremamente mansuete e con percentuali di sciamatura molto basse. Alcune linee hanno poi uno sviluppo molto dolce in primavera .

 

Una bizzarra quanto minoritaria ipotesi che circola in rete è che i riproduttori buckfast, per generare progenie " stabile " ( qualsiasi cosa intenda con questo termine l'autore ) necessitino di materiale "puro" ( cioè di una ben definita sottospecie ). Questa ipotesi è clamorosamente smentita dai fatti : in Piemonte non esiste omogeneità genetica sotto l'aspetto di presenza di unica sottospecie ma non si riscontrano problemi e la chiusura della Emilia Romagna a specie non appartenenti alla ligustica avrebbe dovuto decretare la fine di queste pratiche . Invece tutto sembra continuare . 

 

 

 

 

Quindi , qualcosa non torna. Sia a livello pratico che a livello logico .  Anzi , le incongruenze sono tali e tante che inficiano in maniera importante l'intero costrutto. 

 

 

La verità che è la Buckfast non è un ibrido commerciale . Non è cioè un ibrido in senso stretto . Ma sono linee di api fuori standard che  non appartengono cioè a nessuna sottospecie . Per questo è assolutamente sbagliato accostarle a ibridi commerciali .  Non sono api che devono essere continuamente "ricostituite" partendo da sottospecie , né necessitano di "rinsanguamenti a razza pura" per continuare ad esistere . Sono semplicemente api in cui vengono valutati caratteri desiderabili per l'apicoltura senza nessun riscontro sulla rispondenza o meno ad una sottospecie .  

 

Soprattutto non rendono l'apicoltore dipendente dall'allevatore o dal selezionatore . Non è l'essere fuori standard che determina la necessità di comprare sempre nuove regine ma il voler mantenere determinate caratteristiche . In altre parole , se vorrete avere api con le caratteristiche che avete riscontrato in prima generazione , sarà necessario non lasciare al caso troppi accoppiamenti . Razza o fuori standard poco cambia . L'accoppiamento casuale in altre parole determina l'emersione delle caratteristiche indesiderate e non altre circostanze. 

 Linea di api fuori standard ( esempio Buckfast ) Ibrido commerciale ( esempio CAUCASIT : ligustica x carnica ) 
Necessità di partire sempre da sottospecie pure                  X
Eterosi     Solo se espressamente ricercata                  X
Linea chiusa di api                  X 
Controllo di tutti gli accoppiamenti                  X ( salvo ultimo , se linea strutturata per questo fine )                   X ( sempre )
Aggressività                      X ( su alcuni ibridi . si nel caso di specie)
Caratteri ricercati in apicoltura ( esempio docilità e disaffezione alla sciamatura                    X ( se selezionati sulle linee )                   solo eventuali 

 

 

Fabrizio Fiorito 

Perchè si dovrebbe comprare una cella reale?

 Una cella reale NON si compra per " risparmiare " 10 giorni nelle dinamiche della colonia . 

Si dovrebbe comprare per avere api con determinate caratteristiche, per poter lavorare meglio . Per avere api meno aggressive , con meno tendenza a sciamare o con altre desiderabili caratteristiche . Accollandosi il rischio del volo di fecondazione . 

 

Quindi una questione di immissione di genetica e non altro . 

 

In questa ottica il risparmio di pochi centesimi a cella non ha molto senso, come non ha senso non chiedere e non considerare la linea di ascendenza . Linea , non ancestrale . 

Molti hanno buoni riproduttori , quasi nessuno ha linee chiuse di api  . Sembrerebbe una sottigliezza ma non lo è.

 

E la differenza , nel medio periodo , si vede . 

APICOLTURA 2.0 - Principi di lavoro per linee

 Glomeri a confronto . "Ligustica , carnica e buckfast" . Api con diverse strategie di invernamento, che convivono nello stesso apiario senza problemi di "mescolamento". 

Se vi accingete a leggere questo breve scritto cercate di liberarvi dei pregiudizi e dei luoghi comuni con cui spesso avete avuto a che fare . 

 

Il lavoro per linee ( apicoltura 2.0 appunto ) è totalmente diverso dalle teorie dominanti nell' apicoltura italiana  e per questo avversato in ogni dove, perché, fondamentalmente, non capito. 

 

Sospendete , per un attimo,  le vostre convinzioni in materia  " razza pura " , di " ibridi commerciali" , di " eterosi" e quant'altro . Attenzione , non ho detto che non esistano ma , per un attimo, non tenetene conto . 

 

Una linea è , per definizione , una popolazione di api tutte imparentate fra loro .

 

Ne consegue che , chi opta per la selezione massale , NON PUO' avere linee . Avrà qualcosa altro, ma non linee . E questo è un primo corollario. 

Ulteriore evidenza è che , in questo tipo di lavoro, si andranno ad utilizzare IN VIA ESCLUSIVA,  strumenti come la inseminazione strumentale o le stazioni isolate . Credo sia superfluo ricordare che , per poter "imparentare" le api fra loro , devo avere il controllo degli accoppiamenti . Superfluo e ridondante , ma questo è uno scritto "  for dummies " appunto . Con la massale NON si possono avere linee perchè, per definizione , non si tiene conto dell'apporto di linea paterna .

 

Iniziamo a vedere , in sintesi , come fare . Presumiamo che la nostra linea la si voglia chiamare A

 

Primo step sarà quello di decidere i caratteri che vogliamo selezionare, tenendo conto che più caratteri si scelgono, minori e più difficili  saranno i progressi per ciascun carattere . Diciamo che , di solito , si scelgono 3/4 caratteri con attenzioni particolari se si vuole ottenere risultati in caratteri particolari come , per esempio , la resistenza alla varroa ( che da sola è già un ottimo traguardo )

 

Scelti gli obiettivi, ovviamente avremo bisogno di alcune regine che andranno a costituire le " fondatrici" . Queste vengono chiamate ancestrali di linea . Per convenzione chiamiamo le regine con un numero 1,2,3,4 . ok ? 

 

Dunque linea A , ancestrale 1 ( o 2 o 3 o 4 ). NON linee 1,2,3,4 ok? 

 

Quanto più le regine evidenzieranno i caratteri selezionati tanto più sarà semplificato il lavoro . Lapalissiano direi . 

 

A questo punto le regine verranno fatte accoppiare con i fuchi ( sempre di 1,2,3 o 4 o loro discendenti ) . Ad ogni generazione si sceglieranno le regine che andranno produrre fuchi o le nuove regine , utilizzando quelle che più hanno evidenziato i caratteri ricercati . Quali gli schemi di accoppiamento ? ce ne sono a bizzeffe ma qui poco interessano . Prendiamo , per esempio lo schema a 3 vie di Ruttner , ma con 4 ancestrali . 

 

quindi : 1) accoppiamento 2) selezione dei riproduttori 3) accoppiamento 4) selezione dei riproduttori ....... e così avanti . Ma non per 6 mesi , per anni ! E fino al consolidamento della linea .

 

Cosa si intende per consolidamento ? La linea è consolidata quando le regine hanno tutte più o meno le stesse espressioni sui caratteri selezionati ( E SOLO SU QUELLI  ) ma , soprattutto, quando almeno la maggioranza delle regine di linea riuscirà a trasmettere in caratteri ad una prima generazione fecondata in natura e senza controllo di paternità ( o , al massimo con il sistema della saturazione di fuchi ), le famose f1 ( da non confondere con le F1 ,  F MAIUSCOLO,  che sono tutta altra roba )  . 

 

E come facciamo a vedere la trasmissione ? semplice , formiamo batterie di f1 ( e cioè figlie di un riproduttore e fecondate in natura ) e vediamo quante replicano , in massima parte , le caratteristiche della madre. OK ? 

 

Vedete quanto lavoro in più rispetto a ad una semplice massale dove prendo le migliori regine e riproduco quelle ? 

 

Si , sento già fioccare la solita eccezione : " ok, tutto bello. Ma quanto bisogna sbattersi . Tutta colpa della ibridazione . se tutti avessero la stessa razza io avrei regine ottime solo scegliendo le migliori delle mie " 

 

Sbagliato! Se voi aveste regine di razza in areale " puro" e tutti gli apicoltori intorno a voi avessero a cuore la selezione degli stessi caratteri che avete scelto voi allora si! ma si ricadrebbe in una situazione molto molto vicina al lavoro per linea ( le api finirebbero per imparentarsi tutte fra loro) . Se poi decideste insieme di scegliere le colonie da adibire a produttori di fuchi allora si ricadrebbe nella identica situazione di una stazione isolata . 

 

Ma se io cerco disaffezione alla sciamatura e i vicini riproducono per sciamatura naturale ( perché, secondo loro, più vicina ai ritmi delle api ) voi su quel carattere non progredireste di un solo cm, razza o non razza.  

 

E non si capisce il perché uno dei due debba cedere in funzione dell'obsoleto mantra " tu mi rovini il lavoro" dell'altro . 

 

Tralascio per semplicità ( e perché andrei solo a ripetere cose lette su manuali peraltro piuttosto datati ) la costituzione di linea partendo da api di razze diverse . In effetti qualche problema in più ci potrebbe essere ( ripeto, mai provato per quello uso condizionale. Non parlo di cose che non ho sperimentato in prima persona . Le linee che trascendono parametri di razza sono state costituite con api già non conformi  ) , ma solo sulle prime generazioni . 

 

Ricapitolando : per le linee si considerano unicamente i caratteri che si vogliono far esprimere . Per le linee all'interno di una sottopsecie , oltre a quanto detto prima , si devono rispettare dei caratteri esteriori ( colore tergiti operaie , nervature alari ) . STOP . 

 

 

 

 

Cassettini a confronto. f1 di abbozzi di linea diversi per quantità di api svernanti e consumo scorte . Meno api a sinistra , ma minori consumi ( linea 8) . Api con popolazioni più importanti sulla destra ( linea 4) . test di progenie 2018/2019 . foto gennaio 2019 

API REGINE - Tentativo di classificazione sistematica

 Api regine appartenenti ad una delle sottospecie di apis mellifera ( carnica , ligustica, mellifera ecc. ... ecc.. ) 

  • ape regina ligustica  ( o carnica  ecc. ecc.. ) " in purezza" : in questo caso occorrerebbe  produrre morfometrie ( o analisi dna ) della colonia oggetto di vendita . In subordine documentazione della ascendente , sia in linea materna che paterna . Se ottenuta mediante stazioni isolata documento amministrativo che istituisce area di isolamento o , se mancante, analisi CDA ( Congregation drones area ).In questi ultimi casi basterebbe anche solo la reperibilità dei documenti stessi.  Buona norma sarebbe accompagnare la documentazione con una attestazione che certifichi avvenuto accoppiamento .  La regina in oggetto produrrà operaie e fuchi conformi ed in standard.  Può anche essere possibile redigere in vero e proprio pedigree che individui le ascendenze per più generazioni . 
  • ape regina ligustica ( o carnica ecc.ecc... ) f1 ( o altra sigla ) : in questo caso bastano le morfometrie ( o dna ) della colonia ascendente in linea materna . f1 infatti sta a significare che la regina in oggetto si è accoppiata in zona non isolata o dove comunque non sia possibile garantire accoppiamento con una determinata genia di fuchi, ma, comunque, discende direttamente da regine la cui espressione genica è stata certificata . Di qui e per principi  di precauzione e trasparenza la sigla f1 . Le operaie potrebbero essere NON conformi ma i fuchi lo saranno .Va da sé che la quasi totalità regine vendute oggi come "in purezza" sono in realtà regine f1. In alcuni casi non hanno neppure i requisiti minimi per essere ricomprese all'interno della categoria .  

Tutto ciò che non rientra in questa casistica ( "api gialle" , "del nonno" , "autoctone perché non ho comprato mai niente in giro") non dovrebbe essere qualificato come appartenente ad una sottospecie . 

 

Api regine cd "fuori standard" : 

 

sono sostanzialmente regine che non possono essere sussunte all'interno di una delle sottospecie . Qui l'appartenenza ad un raggruppamento più o meno omogeneo  può essere verificata solo mediante un atto formale . Cioè con una una attestazione del venditore che in qualche modo certifichi il venduto . 

 

Le più famose e famigerate api che non rispondono a nessuno "standard estetico " sono le Buckfast . Gli allevatori di questa tipologia di api si sono riuniti e possono essere facilmente verificati  per il mezzo del  sito internet che ne pubblica i profili ed  i pedigree delle regine . 

 

Qui, come posso dire , le garanzie sono piuttosto flebili . La attestazione formale non riprova alcunché né , presumo , siano fatti controlli per verificare le rispondenze del dichiarato .  Il codice usato si compone di una lettera che identifica la tipologia di ape , dei numeri che identificano la linea in questione ( alle volte la singola regina ) e , fra parentesi , delle lettere attribuibili all'allevatore/selezionatore . 

 

Inoltre alcuni grandi allevatori buckfast sono al di fuori del circuito ufficiale . 

 

Altri , invece, consci di quanto sopra , preferiscono definire le loro regine come frutto di selezioni per carattere . In questo caso conta evidentemente molto il prestigio di cui gode l'allevatore in questione . 

 

Anche qui avremo la distinzione tra api regine accoppiate con sistemi che permettano il controllo della paternità (  e avremo , per esempio , api Buckfast ) e api, traslarvate da materiale riprodotto con accoppiamento controllato,  che si feconderanno in aree a composizione ignota di fuchi ( e avremo , per esempio , Buckfast f1 ) . 

 

Per completezza tratto un attimo del cd "ancestrale" che null'altro è se non il materiale genetico di base e preminente da cui un selezionatore è partito per ottenere una determinata tipologia di api . 

 

 

Le distinzioni che ho evidenziato , voglio precisare, attengono a piani squisitamente formali . In altre parole non significano che le regine acquistate avranno poi i caratteri che stiamo ricercando . Nè che siano in grado , se certificato anche l'accoppiamento, di trasmettere in f1 tali caratteri. 

 

 

Aspetti legali

  1. Italia : le regine debbono essere movimentate in anagrafe apistica , oltre alla necessaria documentazione fiscale 
  2. UE ( importazione da ) : le regine debbono essere compravendute mediante attivazione della procedura TRACES  , le parti debbono essere iscritte in appositi registri ( in Italia Registro UVAC) , la fatturazione segue regole particolari se acquirente è azienda con partita iva ( che deve essere "resa" intracomunitaria . VIES ) . 

Conclusioni

Dunque , ad esempio , per ligustica ( ma vale per tutte le sottospecie di apis mellifera )  potremo avere la seguente casistica e la conseguente necessaria emissione documentale : 

 

  1. ligustica in purezza : morfo ( o equivalente ) sulla colonia o su entrambi gli ascendenti diretti . Documento amministrativo su stazione isolata o verifica cda ( anche solo reperibilità ). Attestazione accoppiamento  o inseminazione . Eventuale pedigree.  Documenti fiscali + movimentazione in anagrafe ( può essere fatta entro mese successivo a quello di vendita, secondo le nuove disposizioni) o procedura TRACES  se importata da paesi UE . 
  2. ligustica f1 : morfo ( o equivalente ) su ascendente diretto e di primo grado ( la madre insomma ), eventuale indicazione del materiale genetico da cui la regina discende per linea materna . Documentazione fiscale e sanitaria come per le ligustiche in purezza ;
  3. api con ancestrale ligustica: attestazione del venditore. Ovvio che in questo caso non ci si trovi di fronte a regine di razza né che si abbia prova certa dell'ancestrale dichiarato. 

 

 

Per regina selezionata per carattere ( esempio Buckfast) :

 

  1. Buckfast : attestazione accoppiamento , eventuale pedigree. Documentazione fiscale e sanitaria come sopra 
  2. Buckfast f1 : indicazione della linea da cui discende . Documentazione fiscale e sanitaria come sopra. 

 

Fabrizio Fiorito 

1008 - Metodo Decrescente

 

"Metodo Decrescente" con le 1008

Molto spesso si sente parlare di conduzione cd " a nido stretto" . Al di là di quelle che possono essere le differenze di " messa in opera " di tale metodo, questa le mie considerazioni non tanto sulla conduzione quanto sulle evidenze  .  

 

La conduzione a nido stretto è stata effettuata con linea di api  recuperata qui nel cuneese . Per convenzione ( ricavata dalle indicazioni ricevute dal precedente proprietario ) questa tipologia di api si è deciso di chiamarle " 1008" . 

Api a sviluppo medio, con immagazzinamento di scorte anche in periodo di massimo sviluppo della colonia ( nella foto covata primaverile ) 

questo, ad esempio , il massimo sviluppo di una colonia di 1008, subito dopo la produzione di luglio ( non del 2017 però ) 

questo invece il massimo sviluppo di una colonia a grande ripresa primaverile . Non ricordo se fosse stata salassata dopo tarassaco o acacia . Foto non del 2017

Di seguito descriverò due esperienze con le 1008, la prima lo scorso anno, la seconda nel 2012 ( mi pare, ma potrebbe essere anche nel 2013 ) su raccolto millefiori di montagna.  

1008 - Stagione 2017 - Dronero

Con queste premesse ho , nello stesso apiario ( in apiari diversi non ha senso. o , per meglio dire , occorrono correttivi con conseguente aumento del margine di errore e con grado di attendibilità minore. Almeno secondo mia opinione ) , posizionato 20 casse, 10 con regine f1 1008 e 10 con f1 di altre linee , a grande sviluppo e grandi covate . Per mancanza di tempo non ho proceduto a controlli pre sciamatura né , tantomeno , a "scellatura " . Sotto i risultati .  

  B1008 ( conduzione nido stretto ) 10 casse  Api con grande sviluppo ed a conduzione classica   10 casse 
Scellatura NONO
Sciamatura 0%10% in pratica uno sciame . 

Produzione

( stagionale  

 differenza variabile da un -25% a 0%  rispetto gruppo di controllo. La differenza tende a zero su fioriture tardive ( colonie diventano più grandi ) e su flussi nettariferi lenti . Tende a acuirsi su produzioni primaverili ( ma sicuramente è imputabile a mia scarsa confidenza con questo tipo di lavoro) .  In definitiva, per questa stagione , stimo un 24/25 kg di media .  30 kg  circa in stanziale . 
Nutrizioni in stagione  NO ( però, su alcune e con il senno di poi, forse sarebbe stato meglio procedere ad una somministrazione ) SI  2 a 3 kg candito in panetti da un kg 
asportazione covata dopo castagno NOSI divisione a metà 
sviluppo massimo colonia 6/7 telaini9/10 telaini 

1008  - Alta Montagna .

Vengo contattato da un parente stretto che mi chiede di lasciargli , in comodato d'uso, alcune casse per la produzione di montagna , dato che lui , causa problemi di invernamento, non ne aveva a sufficienza . Cedo dunque 12 casse , 4 delle quali 1008 . Le altre erano api da pappa prestate alla produzione di miele e le discendenti di Tilde , linea igienica . A queste si affiancavano alcune colonie "autoctone" ( pseudo ligustiche) non di mia proprietà.  Non ho contezza delle produzioni in quanto non le ho gestite io. So per certo che le 1008 produssero un melario ma , inspiegabilmente ( o forse no, erano in competizione con delle" pseudo ligustiche autoctone" ) non venne dato loro il secondo . Al ritorno presentavano covate molto ridotte per importante presenza di miele nel nido . Al di là del diaframma erano stati costruiti 2 favi naturali e interamente riempiti di miele . 

 1008 selezione per popolazione chiusa Tilde inseminazione solo su prima generazione pseudo ligusitche ( selezione e riproduzione "naturale" ) api da pappa ( mera conservazione linea , no selezione disaffezione sciamatura) 
verifica celle e eventuale "scellatura"  NONO NONO
sciamatura 0%100%100%100%

Questa semplice tabella per significare quanto ,  pure sotto stress, le 1008 abbiano dimostrato scarsa tendenza a sciamare . Quell'anno ci furono molte sciamature in alta montagna , sulla coda del millefiori . I numeri sono poco importanti e quindi non significativi , ma danno idea di come una buona selezione per popolazioni chiuse possa poi dare vantaggi sulle batterie f1 da miele . Si tenga altresì conto che  sulle colonie non è stata fatta nessuna visita in funzione di controllo della sciamatura né dunque si è operata "scellatura" o qualsivoglia metodo tendente a contrastare il fenomeno . E questo senz'altro getta una luce diversa  sulle percentuali altissime di sciamatura delle altre colonie . 

Nel 2018 si continuerà a provare la tecnica del "metodo decrescente" e in uno con le cosiddette  linee a fecondità bilanciata ma con numeri maggiori e con apporto testimonianze di amici e clienti che nella prossima stagione le andranno a testare . 

 

 

Questo non è uno studio scientifico né vuole averne la valenza . Sono un apicoltore e non un ricercatore.  le produzioni di miele , fedeli nel complesso , sono state solo stimate nei differenziali . In pratica non ho proceduto a pesature separate in funzione delle linee . Questo perché i miei scopi erano  di verifica della  produzione e non di ricerca (con minori margini di errore possibile) . 

 

Se dovessi rinvenire o entrassi in possesso di nuove risultanze sarà mia cura aggiornare il presente scritto .

 

  Le 1008 NON sono in vendita per il 2018 . 

 

 

 

                                                                                                                                                                 Fabrizio Fiorito

Ibridazione

 Molto spesso ed in maniera ricorrente si sente parlare di ibridazione e del pericolo che essa rappresenterebbe per ecotipi, razze e biodiversità. Si tratta di un argomento che ogni tanto torna prepotentemente in auge ma che in realtà già sentivo quando mi sono avvicinato al mondo delle api. Alcune premesse sono necessarie :

  1.  pur essendo quasi sempre usati come sinonimi, in realtà una cosa è la razza ( in senso zoologico , per quel che qui concerne ) , altro  è ecotipo, altro ancora è biodiversità. Immissioni di api di una stessa razza possono ben minare un ecotipo , mentre, ovviamente, non vanno ad intaccare la razza stessa. Mettere tutto nello stesso calderone vuol dire o non avere compreso appieno i termini della questione o volere forzatamente creare condizioni per la nascita di contrapposizioni forti ;
  2. l'ape è un animale da reddito. Nel senso che la stragrande maggioranza di alveari vengono detenuti per la ricavarne  miele o polline oppure ancora nuove colonie. Possiamo discutere all'infinito ma questo credo sia un dato di fatto;
  3. la cd "ape italiana" ( ligustica ) risponde di fatto ad uno standard, che per la maggior parte , viene individuato mediante analisi morfometriche ( colore dei tergiti, analisi di nervature alari ecc...ecc.. Solo in ultimo si stanno evidenziando metodiche più complesse che in definitiva vanno ad indagare il DNA delle api sotto esame per verificarne la conformità). L'esame morfometrico è comunque abbastanza costoso e dunque viene utilizzato con parsimonia e quasi solo esclusivamente sulle colonie prodotto di regine destinate alla riproduzione .  

Con queste premesse possiamo dunque provare ad analizzare il fenomeno comunemente detto di ibridazione . A parere dello scrivente esso si compone di due fasi : 

  • la prima riguarda le immissioni alloctone . E' infatti fuori di dubbio che, se nessuno immettesse api di tipo diverso da quello presente in un determinato areale non si potrebbe parlare di commistioni o di ibridazione;
  • la incapacità ( voluta o meno ) degli apicoltori che subiscono le immissioni alloctone di sapersi difendere e di sapere proteggere le proprie api .

Nell'analizzare la prima fase occorre fare mente a quanto detto in premessa al punto 2. Questo comporta che api selezionate in maniera più efficace e che quindi sappiano esprimere caratteri maggiormente favorevoli all'apicoltura da reddito avranno sempre un enorme potere di penetrazione in areali dove non vi è stata selezione o questa è stata fatta in maniera meno efficace. A questo si aggiunga che ( ma non è questa la sede per approfondire ) selezioni inter razza avranno sempre il vantaggio di non avere limiti per quanto riguarda il reperimento del materiale genetico ricercato . Sperare di poter contenere le immissioni di linee altamente selezionate semplicemente con chiacchiere e proclami è come voler svuotare l'oceano muniti di secchiello . Si può provare ma difficilmente si avranno risultati . 

Sottolineo che , comunque , importare api è assolutamente legale . A patto di rispettare le procedure imposte dalla legge. Che, per il caso di importazioni in ambito UE, si traducono nella iscrizione della azienda nel Registro UVAC  e la messa in essere della procedura di importazione denominata TRACES.  Quindi la voce di corridoio  secondo cui chi importa api lo fa sempre in maniera illegale finanche quando rispetti le norme di legge è evidentemente destituita di qualsivoglia fondamento giuridico . 

In Italia ci troviamo nella condizione di avere una ape che, quando è stato fatto e salvo progetto avviato dallo scorso anno, è sempre stata selezionata in massale ( e cioè senza tenere conto dell'apporto paterno ma semplicemente destinando alla riproduzione la regina che desse ottima prova di sé ) mentre in altre zone dell'Europa la selezione è avvenuta con tecniche più complesse che tenessero ( come è giusto che sia e come succede in tutte le altre branche della zootecnia ) conto anche dell'apporto paterno . Questo è stato fatto sia all'interno di una razza ( e mi riferisco alla carnica ) sia con selezioni che partivano dal presupposto di andare a cercare i caratteri dove si manifestavano più forti e senza tenere conto dei vari standard ( le cosiddette Buckfast )  . Questo è il panorama con cui ci dobbiamo confrontare . Voler sminuire, ridicolizzare o peggio criminalizzare il fenomeno ( ad esempio sostenendo che le immissioni alloctone sono poste in essere da sprovveduti neofiti ingannati da commercianti senza scrupoli ) vuol dire non volerlo comprendere appieno e di conseguenza non poter fare a meno di subirne le conseguenze . 

 

Una volta preso atto che le immissioni si sono state e continueranno a verificarsi occorrerebbe , a mio avviso , mettere in atto strategie di difesa e contenimento . Entrambi gli obiettivi possono essere raggiunti con la creazione di linee di api selezionate secondo criteri moderni . L'utilizzo di tecniche moderne come la inseminazione strumentale e le stazioni di fecondazione isolate hanno indiscutibilmente il merito di impedire le commistioni indesiderate . Sono decisamente tecniche laboriose , che richiedono manualità e capacità non comuni ( inseminazione strumentale ) o verifiche e controlli ripetuti e certosini ( stazioni isolate ) ma che possono permettere la possibilità di selezioni altrimenti impossibili con la sola massale . 

 

Questo tipo di lavoro ha come effetto da una parte la impossibilità per qualsivoglia ape di andare a compromettere lo standard della popolazione sotto pressione selettiva e dall'altro, considerato il lavoro di miglioramento genetico,  di rendere maggiormente appetibile l'ape italiana rendendo meno interessante l'importazione di api alloctone . 

Purtroppo in questi anni si è scelta per lo più la strada battuta da sempre e cioè quella del mantenimento della selezione massale , unita spesso alla criminalizzazione di chi operava scelte diverse . Il risultato è stata una lenta erosione della base genetica della ligustica che mi fa dubitare che si possa ancora trovare abbastanza materiale genetico per poter intraprendere un serio programma di selezione e di dovere , per forza di cose, dover optare invece  per programmi di conservazione . 

 

 

Fabrizio Fiorito 

Buckfast? What's Buckfast?

 Sempre più spesso si sente parlare di queste api. Magnificate da alcuni, più spesso demonizzate. Ree di "inquinare" geneticamente gli italici areali, rovinando così il lavoro dei selezionatori e allevatori di ligustica.  Se sia vero o meno non interessa in questa sede, quel che è certo è che di queste api si conosce ben poco. Nessuno sa quali siano i criteri discretivi per stabilire se una ape sia o meno sussumibile all'interno della categoria denominata "Buckfast" . Tutti, o quasi, sono però concordi nell'attribuire caratteri particolari a queste api, nel bene , ma soprattutto, nel male .

 

Le maggiori critiche riguardano la cd "instabilità" di queste api ( A) . Questa problematica si manifesterebbe con due effetti principali: 1) una improvvisa quanto drammatica perdita di "performances" delle regine di seconda generazione ( il che ha fatto addirittura  supporre una specie di complotto degli allevatori di buckfast, alle volte chiamati "propagatori", per rendere dipendenti da loro gli apicoltori. Come fa lo spacciatore davanti alle scuole, una volta convinto l'apicoltore ad uitlizzare l'ibrido di Buckfast e quindi deteriorato l'areale a livello genetico, lo si è incatenato e reso dipendente. Questi dovrà sempre e comunque acquistare regine . Perchè quelle che eventualmente potrebbe produrre da solo a questo punto sarebbero di scarsissimo valore ) . 

2) una "instabilità" a livello di popolazione chiusa, che costringerebbe lo stesso selezionatore buckfast a " rinsanguare" a razza pura ( spesso e volentieri Ligustica ) le proprie linee ibride . Una sorta di "Frankenstein Apistico", collage di razze, che , per poter sopravvivere, si nutre di sangue puro . Quello stesso sangue che , con la sua espansione, distrugge . Un mostro insomma . 

 

Ulteriore, seppur in qualche modo collegata alle precedenti, critica che viene mossa alla Buckfast è quella di limitarsi a sfruttare la cd "eterosi " ( o lussurregiamento degli ibridi (B) . Per la definizione vedasi http://www.treccani.it/enciclopedia/eterosi/ ) . In altre parole , i selezionatori buckfast in realtà non selezionerebbero alcunché, limitandosi semplicemente a "mescolare ", secondo ricette segrete tramandate ( suppongo ) , razze pure . I risultati sarebbero garantiti ( ma solo in f1 ) dalla estrema vitalità di queste api . 

Una altra critica che spesso viene rivolta a questo tipo di api è l'incapacità di riuscire a fare scorte nel nido, Essendo una selezione essenzialmente mirata alla produzione di miele ( almeno secondo quelle che sono le tesi maggiormente conosciute)  si ritiene sia stata portata la capacità di cova alla sua massima espressione . Quindi regine esprimenti colonie con camere di covata molto estese e grande capacità di spostare tutta la produzione nel melario . Compromettendo, in stagioni anomale o in caso di mancanza di fioriture, le possibilità di sopravvivenza della colonia e costringendo l'apicoltore a nutrizioni d'emergenza. 

 

A risposta di queste tesi ed in via assolutamente preliminare, si veda la foto a lato. Linea "Buckfast" nella sua massima espressione di cova. Come si può ben vedere le scorte sono ancora abbondanti, pur essendo la foto stata scattata in primavera, quando la capacità di spinta delle colonie è massima . 

Le tesi di molti estimatori della Buckfast invero sono molto più semplici da enunciare . Sono api che fanno tutto e van bene per tutto . Come accade per quasi tutte le tipologie di api invero. Mansuete ma guerriere con chi serve, molto produttive ( non rari i sei melari a fioritura), tendenzialmente propense a portare a melario tutto il nettare ma parsimoniose quando serve, resistenti alle malattie e pochissimo inclini a sciamare . Per non parlare della loro inusitata resistenza alla varroa o, meglio, del loro  VSH. 

 

Ora al di là di quanto bene si possa comportare una linea di api , credo sia abbastanza pacifico che nessuna tipologia di ape possa fare quanto scritto sopra. Per cui , quando leggo di queste descrizioni ( che si ritrovano anche nelle razze pure a dire la verità ) non riesco a capire fin dove arrivi il cd. "dolus bonus" , dove la reale convinzione e dove il mero desiderio di concludere contratti di vendita . 

 

Altra peculiarità delle buckfast è quella di avere ( nelle linee madri ed anche in alcune tipologie di api da miele ) una sorta di certificazione . In altre parole il venditore " ci mette la faccia" e dichiara l'accoppiamento avvenuto . In alcuni casi e mi riferisco agli allevatori aderenti alla nota associazione che li riunisce , è possibile reperire on line perfino il pedigree ( con ascendenti fino , mi pare, alla sesta generazione) . 

In definitiva , angeli o demoni , a seconda delle convinzioni ( o forse ed in alcuni casi, delle convenienze ) ma con gravi e grandi difficoltà di individuazione . E' una ape ottima o pessima ma non so come fare a capire se è lei o meno, salvo attestato . Però la critico o la lodo . Molto spesso semplicemente la odio.

Questi , in linea di massima, i più popolari argomenti contra o a favore delle buckfast. Nella seconda parte esporrò i miei convincimenti a riguardo di queste api, confutando o approfondendo i punti sopra esposti .