giovedì 4 agosto 2011

Mater certa est , pater numquam


Spesso sento parlare di selezione , molte volte a sproposito . Da una parte la si magnifica oltremodo, quasi fosse la soluzione definitiva a tutte le problematiche connesse all'apicoltura . Dall'altra la si critica ferocemente , arrivando all'eccesso di paragonare chi osa cimentarsi in questo settore a qualche pazzo scienziato assassino delle epoche passate .

E' per questo scrivo , pur riconoscendo la mia non antica esperienza di settore , qualche riga in proposito .


Ecco come la penso io : la selezione è uno degli strumenti , forse al momento il più efficace , per porre rimedio alle tante "storture" presenti nel mondo dell'apicoltura . Problematiche che , senza ombra di dubbio , sono state create dall'uomo e dalla sua incontenibile sete di accumulo .

Altra considerazione preliminare : la selezione esiste sempre . E' un processo naturale , ineliminabile ed ineludibile, governato dalle Leggi di Madre Natura . Ne consegue l'assoluta inconsistenza dell'eccezione pregiudiziale posta da alcuni . Cioè che questi processi siano qualcosa di assolutamente alieno , di innaturale , di artificiale . In verità ciò che l'uomo può fare è dirigerla , con saggezza e lungimiranza e senza avere come unico pensiero il portafoglio . Altrimenti , ne convengo , sarebbe meglio lasciare perdere.


La mia convinzione radicata è che occorra tornare a stili di vita meno frenetici , meno "aggressivi". Che occorra in qualche modo "tornare indietro" . Ma senza voler a tutti i costi rinnegare quanto di buono la tecnologia in questi anni ci ha dato .

La selezione rientra a pieno titolo in questa categoria . Purchè si operi "cum grano salis" . Tutto questo si risolve, in definitiva , sui criteri di selezione e sulle tipologie di selezione stessa . Utilizzare come unico criterio selettivo quello della produttività e come unica tipologia selettiva quella denominata "random selection" , senza le opportune necessarie valutazioni a monte , significa imboccare una strada molto pericolosa .

Ma di questi aspetti , seppur importantissimi , parlerò in altro post.

Ora mi preme sottolineare alcuni aspetti della metodologia selettiva . Questa va necessariamente suddivisa in due parti : in primis la scelta delle fattrici , in secundis tutte quelle considerazioni atte a garantire che il lavoro fatto nella cernita delle riproduttrici dia i propri frutti .

In altre parole : scegliere la migliore delle nostre api regine e riprodurla presso i nostri apiari "da miele" non vuol dire fare selezione . Vuol dire utilizzare una buona ( ottima direi ) pratica apistica . Tutti lo dovremmo fare . Ma questa non è Selezione . O meglio : è un principio di selezione .

In tutti questi anni in cui il mio obiettivo principale è stato l'acquisizione di un metodo mi sono accorto di una cosa : che molti sforzi volti a individuare e riprodurre le migliori fattrici possono essere inficiati da due condizioni .

La prima è il luogo in cui vengono selezionate le future madri . Applicare criteri selettivi in zone con climi favorevoli e in apiari molto ben predisposti per l'apicoltura vuol dire ritrovarsi con delle figlie che , probabilmente , non saranno altrettanto efficaci in zone meno clementi . Come ho detto sopra , esiste , anche nella selezione zootecnica , una componente naturale , che non è eliminabile .


La seconda è il posizionamento della stazione di fecondazione . Utilizzare postazioni non isolate o , peggio ancora , molto frequentate , vuol dire mettersi nelle condizioni di non ottenere risultati ottimali . E di veder andare in fumo buona parte del proprio lavoro . Come faccio a garantire un processo selettivo accurato quando l'areale in cui vado a riprodurre le mie regine è interessato dalla presenza , più o meno massiccia , di fuchi di altri apiari ? Posso utilizzare , è vero , la tecnica della cd "saturazione di fuchi" ma i risultati , per mia esperienza personale ed a meno di voler investire moltissimo tempo e imponenti "forze alveare", sono modesti e sempre parziali .

Le tecniche che garantiscono una certa probabilità di successo sono due : l'inseminazione strumentale e le cd. "stazioni di fecondazione isolate" ( meglio se in alta montagna ) . E difatti le api carniche , a detta di molti le migliori , soprattutto in zone con climi montani , sono riprodotte con la seconda delle tecniche sopra menzionate . Anzi , per alcuni la scelta delle stazioni di fecondazione isolate in alta montagna è superiore alle riproduzione strumentale perchè assicura una scrematura delle regine e dei fuchi non dotati di grande vigoria . Cosa che , di certo , non è possibile fare con l'inseminatore strumentale .


Purtroppo la Selezione , quella vera , ha dei costi che non permettono di poter poi offrire le regine a prezzi molto contenuti . Questo è il risvolto negativo, anche se i benefici sul medio e lungo termine superano di molto il "problema" dell'iniziale esborso . Credo sia questo il motivo per cui questa nobile branca dell'apicoltura non decolla . Alla fine una regina è sempre e solo una regina , a detta di molti . Perchè pagare X quando posso avere lo stesso prodotto ( ma solo a livello esteriore , aggiungo io )
a X-5 ? E se poi non me l'accettano ? Alla fin fine non mi conviene forse mettere l'ormai classico telaino di covata aperta aspettare ?

Son tutte considerazioni che si fanno . Da una parte pure giustamente , perchè , poi , pagare di più una regina non è garanzia di migliori caratteristiche della stessa nè che venga di sicuro accettata .

D'altra parte se i propri apiari hanno problemi , se tutti gli anni abbiamo mortalità abbastanza marcate , se non siamo soddisfatti , qualche domanda occorrerebbe porsela .


In definitiva lo spunto di riflessione che vorrei instillare nella mente di chi , passando qui per caso , dovesse trovarsi a leggere è : attenzione quando si sente parlare di selezione . Esiste selezione e Selezione .

Non è indifferente dove di selezionano le fattrici , non sono indicazioni trascurabili quelle sui posizionamenti delle stazioni di fecondazione , non sono fattori ininfluenti i criteri di selezione . Queste sono tutte condizioni che incideranno sicuramente sui costi ma anche sulla qualità delle nostre regine . Questo ovviamente a patto che il lavoro a monte ( scelta delle fattrici e delle linee paterne ) sia stato fatto con successo .

Soprattutto, mi sia concesso , non è esaustiva la generica quanto in voga indicazione che si sono scelte le migliori regine dell'apiario . Migliori in cosa ? Produzione e basta ? I test parentali sono stati fatti ? qualche esame morfometrico ? Qualche indicazione sulla linea paterna ? Qualche garanzia sul fatto che i padri siano quelli voluti e non altri ?

Questo bisognerebbe chiedersi .........

saluti boscosi

Fabrizio



martedì 5 luglio 2011

mercoledì 13 aprile 2011

martedì 18 gennaio 2011

volo d'ape


per apprezzare la foto cliccateci sopra



lunedì 17 gennaio 2011

Appello globale di AVAAZ.ORG per il divieto degli insetticidi killer delle api





copio/incollo da newsletter di Mieliditalia .

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Appello globale di AVAAZ.ORG per il divieto degli insetticidi killer delle api


Impressionante successo della campagna lanciata da Avaaz, in soli nove giorni oltre 870.000 cittadini da ogni parte del mondo hanno sottoscritto l'Appello per salvare le api.

La raccolta di firme inizialmente rivolta al Ministro dell'Agricoltura francese si è trasformata in un plebiscito globale rivolto ai decisori pubblici degli USA e dell'UE. "Vi chiediamo di vietare immediatamente l'uso dei pesticidi neonicotinoidi finché e qualora nuovi e indipendenti studi scientifici dimostreranno che siamo al sicuro. La drastica diminuzione delle colonie di api rischia di mettere in pericolo la nostra intera catena alimentare. Se prenderete provvedimenti urgenti con precauzione ora, potremmo salvare le api dall'estinzione.



https://secure.avaaz.org/it/save_the_bees/?cl=912513865&v=8180